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Il calcio è un gioco, anche se di mezzo c'è un muro, cementato dall'odio ideologico e reso ben saldo da decenni di 'guerra fredda'. Nonostante questo resta un gioco anche ad Est di quel muro, dove fioriscono e sfioriscono storie di calciatori e squadre che hanno popolato (e magari popolano ancora) i sogni di chi non crede ciecamente nel football tecnologico e ha nostalgia di quell'epoca che, per quanto segnata dalla mostruosa cicatrice che ha diviso in due Berlino e la Germania tutta, conserva, intatto, il suo fascino. Indelebile perché alimentato dall'innocenza di credere che oltre all'Armata rossa, alla Stasi ed al Kgb c'era tanto altro. E l'Est non poteva ridursi solo a questo.