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Il 13 novembre 2015 Parigi fu scossa da una serie di attentati, il più famoso fu quello al Bataclan. Tra i feriti anche Aristide Barraud. All'epoca ha ventisei anni e da poco si è trasferito in Italia per giocare a rugby. In precedenza aveva vestito le maglie del Massy e dello Stade Français, dove però aveva trovato poco spazio. Così, nel 2013, accetta l'offerta del Lyons Piacenza e viene a giocare nel nostro campionato di serie A. L'anno successivo viene chiamato dal Mogliano, e ne diventa uno dei giocatori più importanti. Ma poi arriva quel maledetto 13 novembre e, nel tentativo di proteggere la sorella, si ritrova con le costole fratturate, un polmone perforato e una caviglia sbriciolata. Le sue condizioni sono disperate ma lui tiene duro, viene operato, e si riprende. Al punto che, sei mesi dopo il ferimento, ritorna a Mogliano. Ma il rugby è sport duro e il suo fisico non regge gli scontri di gioco. È l'addio allo sport tanto amato. Qui racconta la sua storia affrontando il cambiamento. Un lento processo che coinvolge tanti aspetti della sua esistenza, che prende nuova forma ogni giorno. Questo libro fa riflettere per tanti punti di vista e fornisce spunti di rinnovata speranza.