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La romana Florentia fu dotata di un importante anfiteatro e di una scuola gladiatoria capace di sfornare campioni destinati a esibirsi, a rischio della loro vita, nelle arene di tutta Italia. Tra questi vi fu Urbicus che, come ricorda un'antica stele, morì a Milano, dopo tredici incontri, lasciando la giovane moglie, le figlie ed il suo cane. La realtà di questa vicenda umana, che si sovrappone alla monumentalità degli antichi anfiteatri, ha ispirato gli autori per un testo capace d'unire la ricerca saggistica alla fiction storica. Il risultato è un affresco composito e pertinente che non potrà non incuriosire coloro che sono affascinati dall'antichità.