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Luca Bonanno ricostruisce tutta la vita di Mario Gioda dalla nascita ai primi lavori come tipografo, dalla Grande Guerra all'approdo nelle file del Fascismo e l'elezione a deputato del 1924, fino ad arrivare alla sua morte pochi mesi dopo. Ma non stiamo parlando di una mera scansione della vita. L'autore ci fa viaggiare nella vita del Gioda, il Gioda politico partendo dal suo pensiero socialista per poi abbracciare l'ideale anarchico. Con lo scoppio della Grande Guerra si sposta su posizioni interventiste, diventando amico fraterno di Mussolini. Logico sbocco è la presenza in piazza San Sepolcro alla fondazione dei Fasci di Combattimento, e la fondazione pochi giorni dopo del Fascio di Torino. Tra tutte le diverse pubblicazioni inerenti il fascismo e i suoi uomini, nessuno aveva mai trattato Mario Gioda, caduto nell'oblio, nel dimenticatoio dalla storiografia ufficiale. Mario Gioda un uomo nato e morto in povertà, che non dava importanza al ruolo, a cui bastava solo "la stima del capo di Milano, l'affetto della sua gente, e soprattutto, la libertà di poter scrivere ed esprimere sempre e comunque le proprie convinzioni. Prefazione di Giacinto Reale.