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La crisi drammatica e complessa nella quale versa l'intera disciplina architettonica non può essere analizzata razionalmente se a monte vi siano istanze di odio pregiudiziale, di amore incondizionato, di magiche utopie salvifiche o di sentimenti di irredimibilità. Già dalla scelta del titolo si può tuttavia intuire il punto di partenza dell'analisi cui tenderà questo breve saggio. E non si stratta di una frase ad effetto. È, piuttosto, il punto d'arrivo cui giunge chiunque analizzi, anche per sommi capi, le vicende dell'architettura contemporanea e dei suoi interpreti. La crisi è profonda, complessa, drammatica, ed è sotto gli occhi di tutti. In questo breve saggio, quindi, si tenterà di capirne i motivi, analizzarli senza pregiudizi ed ipotizzare soluzioni per una difficile ma auspicabile rigenerazione. E si tenterà di farlo con un linguaggio diretto, chiaro, semplice ed immediatamente accessibile. Si è convinti, infatti, che uno tra i tanti motivi per i quali questa meravigliosa professione si trovi in un tale stato di disfacimento, consista proprio nell'eccesso di autoreferenzialità, di intellettualismo e di auto compiacimento sterile.