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Belzerugo apparve all'ingresso del locale e aprì la porta a vetri con esibita spavalderia. Portava il cappello a tesa larga, floscio sulla fronte. "Salute a tutti buona gente!" Esclamò togliendosi un attimo il cappello e rimettendoselo subito. Era un povero diavolo decisamente male in arnese. Lo si sarebbe potuto prendere per un vagabondo. I pantaloni di fustagno marrone, il giaccone pesante di panno scuro di colore indefinito. Le scarpe grosse e consumate ma ancora solide. Io me ne stavo seduto al mio solito tavolo osservando distrattamente gli avventori dell'osteria. Quattro vecchie conoscenze giocavano a briscola bevendo vino e parlando poco. Al tavolo più defilato in fondo al locale fumoso, il Gianni e la Carla stavano seduti sussurrandosi parole dolci all'orecchio, mano nella mano, guardandosi negli occhi, persi nel loro sogno d'amore...