Tab Article
Con l'antologia "Tropico della spigola", parallelo che regola la geografia dell'anima e attraversa l'emisfero sentimentale, Max De Francesco esplora i ricordi, aggiorna con cura l'inventario delle visioni, rievoca riti, raccoglie le storie di eroi noti e ignoti, decifra avvenimenti privati e pubblici, apre l'arsenale delle piccole cose e rinnova il patto con la scrittura nel solco della tradizione dei prosatori non imprigionati nell'architettura chiusa del romanzo e bazzicatori di più generi letterari. In un arabesco di racconti, apologhi e riflessioni, la raffigurazione corale, che emerge dal gioco di narrazioni e ritratti di terapeutica ironia, presenta una Napoli "artificiale", sempre più baraccone di meraviglie, un Sud sospeso nel solstizio della controra con i suoi borghi lunari e le sue pietre solenni, e una commedia umana dove il reale e il realismo magico si confondono, aprendo così una galleria di alberi parlanti, proiettili che scrivono lettere, bardi che provano a governare metafore e giornalisti costretti alla clandestinità.