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Il codice della crisi e dell'insolvenza avrebbe dovuto costituire il risultato di una analisi obiettiva dei lati positivi e negativi del quadro normativo vigente che il legislatore aveva inteso organizzare allo scopo di eliminare la mancanza di collegamento tra normative relative a settori diversi. Lo stato di difficoltà economico-finanziario, ovvero la probabile insolvenza, non può più essere ignorato, soprattutto in ragione delle conseguenze discendenti dalla emergenza epidemiologica, per l'assoluta necessità che la legislazione sia indirizzata alla individuazione di misure volte a conservare l'impresa, come mezzo o sede di esercizio del diritto del lavoro e di connesse forme di espressione della personalità del lavoratore, e quindi l'occupazione, attraverso adeguati mezzi di sostegno del reddito, nel momento in cui la crisi, tradizionalmente avvertita come crisi di solvibilità e sopravvivenza, in relazione alla funzione lucrativa, tuttavia, viene inevitabilmente vissuta, nel contesto sociale e politico, come crisi di occupazione.