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"Ogni individuo, uomo o donna, deve essere riconciliato con il lato sessuale della sua natura e indotto ad accettarlo come normale e salutare, ma non a trattarlo con familiarità o leggerezza; si dovrebbe imparare a considerare il sesso non troppo sporco, ma troppo sacro, per non trattarlo (e trattare noi stessi in questo ambito) con rispetto. Bisogna considerare il sesso, non dal punto di vista della sua malvagità, né della sua semplicità, ma della sua sacralità. L'energia e l'istinto sessuali sono la manifestazione della Vita Divina, santa nella sua origine, sacra nella sua azione, e possono essere usati non solo per l'attività sessuale, ma anche, contenendoli e convogliandoli nei giusti modi, in altre attività e opere di levatura. Questo perché non è il caso di dedicare una patologia nevrotica da astinenza forzata a Dio, come fin troppo spesso è accaduto in passato, ma una vita umana nobilitata che possa essere sia intera che sana. È la sacralità del sesso, piuttosto che i suoi pericoli, che dovrebbe essere enfatizzata. L'atto meraviglioso che dà la vita è un sacramento. Il sesso è un atto divino, e come tale va vissuto, onorato, e gestito".