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Il presente lavoro di archeomitologia nasce con l'obiettivo di indagare tradizioni, miti e culture del passato in cui si celerebbe un vero e proprio ribaltamento concettuale che ha portato, quasi ovunque, da una predominanza del femminino sacro a un dominio prettamente maschile e androcratico. Sarebbe infatti esistita una complessa fase di passaggio, alla fine del Neolitico, che riporta in modo inequivocabile un mutamento in cui un nuovo ordine di stampo patriarcale giunse a relegare l'ancestrale potere ctonio della Dea Madre entro i limiti di una dimensione 'oscura' e subordinata. In un composito universo di simboli e archetipi si staglia, infatti, una persistente figura di dea oscura che, con molteplici nomi e varianti, gli uomini e le donne del passato hanno a lungo venerato prima che le culture patriarcali la eclissassero. Dall'irriducibile Lilith alla tenebrosa Ecate, dalla terribile Medusa alla sinistra Morrigan, compresa finanche la figura del celebre re Artù, la multiforme dea oscura attende fiera di essere riscoperta. La sua presenza nascosta è un ancestrale e sommesso respiro che non ha mai smesso di sussurrarci.