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Un enigma da risolvere in un luogo che è esso stesso un enigma. A disposizione, 326 giorni, un notes e una matita. Un intreccio di vite, in apparenza distanti, mosse in un'unica direzione da un'insolita coscienza, figlia di un errore di partenza. Serve coraggio per arrivare alla fine partendo dal principio: «Sono qui per mia volontà. Ora, appartengo alla ruota e lei, inumana umana, appartiene a me. Mi guarda e spia da ogni angolazione, lo so. È tutta intorno. È dentro. È. Attendo il sibilo: domanda farò, risposta sarò...» La soluzione è nascosta nell'impensabile. Per salvarsi, non basterà decifrare codici o mettere insieme le tessere di un puzzle, prima, servirà annullarsi nella cantilena di un suadente indovinello. Una discesa rapida negli abissi di un vortice di parole guidate da nevrosi e ossessioni. Una risalita lenta, possibile solo a patto di firmare un contratto di rinuncia alla libertà, per tutto il tempo necessario. In condizioni igieniche estreme e in regime alimentare restrittivo, la prigionia diventerà l'ultimo dei problemi.