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"Argomenti veri quelli sono che non si riassumono, e son le pose di Socrate, i suoi atti: quel trarre a sé le gambe per grattarle dov'era tuttavia la pressura della catena". L'osservazione di Francesco Acri, letterato e filosofo, ma soprattutto finissimo traduttore di dodici "Dialoghi" di Platone si riferisce a "immagini" che evocano, "parlano". Come "parla" l'immagine di René Descartes, che pensa accanto alla stufa, mentre fuori infuria il gelido inverno; o Spinoza nella sua bottega di ottico, il suo molar lenti e scrutarle, scrutandovi. Immagini, "argomenti" veri, sono quelli che è difficile riassumere. "Libro aperto" cerca di essere un "argomento vero": scelte non casuali e non solo etiche/estetiche: sensibili al rapporto fra mezzi e fini. Uno dei fili conduttori degli scritti di questo libro è la "rottura": da quel micidiale patto che si è saldato tra stupidità e violenza. Un no all'indifferenza, un no all'ignavia. Prefazione di Giancarlo Governi. Introduzione di Pierluigi Magnaschi.