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Durante il lockdown Giorgio de Finis ha tenuto un diario antropologico, un suo personale compendio delle paure vive e delle speranze tradite, dei dubbi dissolti e delle certezze ritrovate, delle variazioni pressoché inedite al nostro vissuto quotidiano che la pandemia ha messo a nudo: uno sguardo "minimo" ma diverso su dove siamo stati e dove siamo diretti. «Nelle pagine che seguono proveremo ad immaginare e praticare un'antropologia domestica, costretti dal lockdown planetario all'unico viaggio consentito, quello del proprio isolato! Raccontando, come passatempo edificante, i giorni sospesi della prima quarantena globale dell'umanità. Esercizi di microetnografia, per tentare di capire (facendone tesoro) quello che, ahnoi, ci tocca subire. Dal divano di casa, guardando la tv, sbirciando dalla finestra o portando a spasso il cane. Un po' come Mork, l'esploratore alieno venuto da Ork.» (Giorgio de Finis)