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La "costruzione della nazione" è il risultato di un processo storico e sociale che affonda le radici agli albori dell'industrializzazione e della modernizzazione: con la scusa di difendere la tradizione (spesso declinata nei più generici "usi e costumi") gli Stati moderni hanno omogenizzato lo spazio pubblico annullando le realtà locali e strumentalizzando il tempo a favore dell'oblio sociale. In tal senso la Jugoslavia rappresenta un esempio eclatante. I Paesi nati all'indomani del collasso jugoslavo, infatti, pur essendo figli del socialismo reale, hanno presto subìto distorsioni culturali così forti da accrescere le differenze economiche e rendere fertile il terreno per nazionalismi e separatismi. Il principio di nazionalità ha così svolto, nel passaggio dal sistema socialista a quello capitalista, la medesima funzione avuta nel passaggio dal regime feudale a quello borghese: essere da una parte base sociale per la conservazione della proprietà privata già esistente e dall'altra strumento e metro di misura nella ridistribuzione delle risorse. Un saggio che affronta la "balcanizzazione" da un punto di vista nuovo e originale.