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Considerato dalla critica come il "Kafka cinese", Han Song estrapola scenari grotteschi e personaggi surreali direttamente dall'analisi della realtà. Attraverso una critica sofferta ma spietata, la sua visione del presente somiglia a un gigantesco mostro scaturito dal rapporto ambiguo tra l'innovazione tecnologica odierna e una tradizione che in Cina perdura da cinquemila anni. Che si tratti di viaggiatori di un misterioso aereo-mondo, di ignari cittadini controllati da un fantomatico Comitato delle Tenebre o di feti senzienti e organizzati in una società super-cosciente, in queste storie il processo di modernizzazione cinese, la globalizzazione e lo "spirito orientale" s'incontrano, contorcendosi e dibattendosi alla ricerca di un nuovo senso. Pare quasi che Han Song sia spinto a raccontare dal desidero di comprendere il futuro di quest'entità tanto concreta quanto invisibile - riflesso della Cina e del mondo - che si annida nelle pieghe dell'oggi.