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"Venise dans l'Encyclopédie de Diderot et d'Alembert", a cura di Michel Delon e Michèle Sajous D'Oria, riunisce in un unico volume tutte le voci in cui Venezia figura all'interno dell'opera di Diderot e d'Alembert. Che si tratti di voci primariamente dedicate alla città marciana, ai suoi tratti distintivi e al suo governo (Dix, conseil des, Gondoles et gondoliers, Le mariage du doge avec la mer...) o voci in cui Venezia compare da "non protagonista" (Étymologie, Pâte de verre...), il risultato finale è un interessantissimo affresco della visione francese della Serenissima. Un luogo più letto e immaginato che visto e vissuto, ma sempre capace di suscitare suggestioni, le più diverse: città di luce e città d'ombra. La luce dell'arte, delle sue feste e del divertimento, di cui è considerata capitale, e l'oscurità di un governo percepito, dall'occhio illuminista, come dispotico e autoritario. Il fascino del chiaroscuro che, ancora oggi dopo tanti secoli, riesce ad avvolgere la complessa realtà veneziana.