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Dalla premessa dell'Autore: "A un certo punto ho pensato che la sola via d'uscita che mi restava fosse quella di raccontare il mio vissuto personale della morte. Se infatti è vero, com'è vero, che ogni uomo è un universo esistenziale assolutamente unico e irripetibile, ancorché declinantesi all'interno di coordinate ontologiche universali, il mio collocarmi di fronte alla morte darà vita a una diade dialogica altrettanto unica e irripetibile. Sulla scorta di questa convinzione e sentendomi, per così dire, autorizzato a far ciò dai grandi esempi offertimi da Montaigne, Pascal, Kierkegaard, ho allora deciso di sostanziare il mio lavoro, riportando il contenuto del dialogo che intesso con la morte da quando avevo l'età di otto anni. Al lettore chiedo infine d'incamminarsi lungo questo percorso, portando nel suo bagaglio una buona dose di indulgenza e benevolenza nei miei confronti".