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«(...) è diventato chiaro che dobbiamo cambiare radicalmente il nostro modo di guardare i quadri di Caravaggio. La sua arte è molto di più che un esercizio museale. In una guerra tra la vita e la morte, la sua arte prende la posizione dei suoi clienti e della stessa istituzione a cui essi sono legati: la chiesa di Roma. Non veniva creata in un contesto diverso da quello che è basato su dei criteri tradizionali ancora validi per il mondo romano degli anni Novanta e della prima decade del secolo successivo. L'arte di Caravaggio è principalmente uno strumento di fede: l'una è inseparabile dall'altra. Ambedue insieme determinarono la forma di questi quadri le cui invenzioni sono funzionali: stimolare e intensificare la fede del credente. La loro ragion d'essere è, dunque, storicamente condizionata e la forma artistica e la fede sono le due coordinate per un'attività artistica in cui l'immagine dipinta è concepita. Separare la fede dalla forma e dalla funzione dell'arte di Caravaggio porta a deplorabili malintesi non solo sulle sue opere, ma anche sullo stesso pittore.»