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Con incedere poetico, Erri De Luca racconta l'incontro con i reclusi di un ospedale psichiatrico in Bosnia. Le fotografie restituiscono l'abbandono di un popolo lasciato a se stesso in contrasto con l'incontro della protagonista. Una riflessione sull'assenza della comunità internazionale nella "guerra fredda" compensata, solo in parte, dal volontariato di tanti che, come lo scrittore, si sono prodigati a garantire aiuti umanitari. Resta indelebile la terribile testimonianza di dolcezza della protagonista: Glazba. La pazzia permette a lei di intravedere ancora un gesto possibile d'amore, negato invece nella realtà vissuta tutt'attorno e descritta con arte dalle fotografie scattate nei luoghi in cui è ambientata la storia nel periodo immediatamente successivo alla guerra.