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"Ai bambini dei fiori, affinché ai bivi della vita sappiano quale segnale seguire" è la dedica che apre le porte de Il Pianeta dei fiori e fa presagire il tema del terzo libro della collana Quaderni per il tè del pomeriggio, letture ispirate dai piccoli. In 13 capitoli l'autrice racconta la vita di un fanciullo talentuoso, artista incompreso da adulto, affidando la narrazione al protagonista: il genere fantastico, ben presto, con un credibile cambio di registro, si trasforma in psicologico. Decine i personaggi tratteggiati con i loro pensieri nascosti, talvolta discriminanti e ipocriti, specchio di un'umanità varia. L'epilogo, drammatico, è apparente perché la trama riprende vigore con un risvolto inatteso. Torna l'ambientazione fiabesca, onirica. Nelle pieghe delle pagine traspare la speranza, la comprensione, l'incanto verso l'arte. Il tema, che cela l'idea progressista evocata da Papa Francesco con la celebre frase "Chi sono io per giudicare", è legato ai bambini prodigio, marginalizzati e discriminati da adulti. L'arte diventa, così, qualunque inclinazione dell'animo umano diversa dalle convenzioni sociali, da una normalità apparente che mina la felicità di uomini e di donne.