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Questo libro propone un'idea di educazione come percorso intimamente etico e liberatorio: non è possibile avere una pedagogia ermetica, atea, impersonale e scevra di spiritualità così come non può esistere una pedagogia priva di libertà e priva dell'essenza della verità. Non può esistere una pedagogia fine a sé stessa proprio perché un essere umano tanto più sarà «educato» e tanto più sarà «libero». Non esistono insegnanti di «serie A» o insegnanti di «serie B», così come non esiste l'insegnante perfetto: esistono solamente degli esseri umani che dovrebbero essere «liberi» nella loro «libertà d'insegnamento». La formazione morale e pedagogica (prima ancora che scolastica) del fanciullo è l'impegno umano più difficile e, allo stesso tempo, più delicato da assolvere per la costruzione di un individuo autentico, civile e responsabile che racchiuda sempre in sé l'immagine del bambino che è stato. Chiude il volume un'ampia postfazione in cui viene offerto un profilo dei principali orientamenti pedagogico-religiosi del Novecento.