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La Sicilia è terra di terremoti, si sa. La Storia racconta di terremoti distruttivi. Il terremoto del Belice (1968) fu una calamità che ancor oggi fa riflettere per alcuni sconvolgimenti del territorio e, soprattutto, per le dolorose conseguenze sulla vita della popolazione residente. Il terremoto, di fatto, ha cambiato la vita di una provincia dedita all'agricoltura e alla pastorizia, fortemente radicata nel territorio, con ben precisi riferimenti e simboli, come la chiesa e il campanile, le strade sonnolenti, i ritmi lenti dopo il lavoro, la "campagna" terra - lavoro - villeggiatura, la casa, vera ricchezza di ogni persona. Ha turbato gli animi di tutti, ha scosso le esistenze di mezza Sicilia. E se il terremoto sconquassa la vita degli adulti, come può reagire un adolescente in pieno sviluppo, costretto ad abbandonare il suo paese e la vita regolare e tranquilla nella comunità dove è nato? Rimane l'amarezza per questa terra di Sicilia che sa offrire tutto il bello dell'Universo, sa regalare sensazioni magnifiche, fa sentire forti e quasi onnipotenti, ma non riesce a preparare un futuro ai giovani. Si nasce in paradiso e si vive in purgatorio. Speriamo non per sempre.