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Cogliere forme nei prodotti della tecnica, soprattutto in quelli dell'ingegneria strutturale, percepirli e valutarli in termini estetici, sono per noi azioni spontanee, immediate. E un automatismo sorprendente, se si pensa alla radicale alterità che fino all'inizio del Novecento opponeva quasi universalmente arte e tecnica, cultura umanistica e civiltà industriale. Il modo in cui oggi le realizzazioni della tecnica appartengono al mondo delle cose dipende da una diversa situazione di pensiero, che è stata essenzialmente determinata dalla cultura del modernismo architettonico. Questo saggio descrive un assestamento culturale e offre una duplice prospettiva. Seguendolo nel suo sviluppo, esso permette di ripercorrere la complessa elaborazione che causa un'espansione dell'arte e dell'architettura, l'ampliamento del dominio estetico in cui è inscritta la nostra visione della tecnica e dei suoi prodotti. Ma la prospettiva può essere invertita e l'osservazione può iniziare dallo studio monografico cui il libro approda: qual è la sostanza culturale di Pier Luigi Nervi? Nervi incarna il compimento della vicenda che viene descritta: egli è, a livello internazionale, il primo ingegnere le cui opere nascano anche come espressione d'arte, nella ricezione della critica come nelle intenzioni del progettista.