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Questo racconto, pervenutoci in uno stato frammentario e pubblicato postumo, riproduce in un'allucinante prosa narrativa i sintomi della schizofrenia e della follia che devastarono la mente del giovane scrittore dello "Sturm und Drang" J.M. Reinhold Lenz (1751-1792), rifugiatosi per un breve periodo presso il pastore luterano Oberlin in Alsazia, per sfuggire alla solitudine e alla malattia mentale che lo affliggevano. Sulla base soprattutto degli appunti del pastore relativi al soggiorno dello sventurato poeta, Buchner, oggi universalmente considerato uno dei più grandi scrittori dell'Ottocento tedesco, approfondisce questo "caso clinico" trasformandolo nella storia di un'anima straziata dall'impossibilità di conciliare trascendenza e immanenza, sublimità della natura e fatica dello spirito, mantenendovi tutto il dolente contenuto umano di sofferenza e di lotta e trasponendovi al tempo stesso i tormenti del suo animo di ribelle deluso nelle speranze rivoluzionarie e tormentato dal senso di colpa per la fuga dalla patria oppressa.