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Jiri Pelikan fu un testimone d'eccezione del Novecento. Attraverso un percorso complesso e a tratti tormentato, sperimentò in prima persona la resistenza antinazista nella natia Cecoslovacchia, la militanza comunista negli anni cupi dello stalinismo, la primavera di Praga; poi, dopo l'intervento delle forze del Patto di Varsavia e la normalizzazione, l'esilio in Italia, la polemica sempre più consapevole contro il socialismo reale e contro la politica di potenza dell'Urss, la pubblicazione della rivista in lingua ceca "Listy", l'appoggio al dissenso dell'Est, fino ai grandi rivolgimenti del 1989. Anche nella patria di adozione Pelikàn svolse un ruolo di rilievo, coltivando i rapporti con le varie componenti della sinistra italiana e passando dalla ricerca di una collaborazione con il PCI di Enrico Berlinguer allo sviluppo di un legame privilegiato con il PSI di Bettino Craxi. Proprio Craxi doveva dare un contributo determinante all'azione dell'esule ceco, promuovendo la sua elezione al Parlamento europeo e finanziando la pubblicazione di "Listy".