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Un'avvenente donna illirica fatta schiava dai corsari e contesa da più amanti, un pirotecnico dispiegarsi di scene belliche e drammi interiori, una cornice esotica che combina costumi barbareschi e splendore coreografico delle milizie dalmate: tutto questo è "La dalmatina", che nel 1758 infiammò le platee veneziane e rimase per qualche decennio tra i testi goldoniani più conosciuti, per sprofondare poi in un solido e significativo oblio.