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"AI cinema mi ha portato soprattutto l'impegno di raccontare storie di uomini vivi... il cinema che mi interessa è un cinema antropomorfico". Così Luchino Visconti annuncia la propria poetica in un articolo, poco dopo l'uscita semiclandestina della sua "opera prima", "Ossessione". A oltre mezzo secolo da da quegli esordi, si può certamente discutere se tutto il cinema viscontiano si sia mantenuto fedele a quell'impegno antropomorfico, ma non si può dubitare della sua complessiva grandezza. Questo volume analizza, con scrupolo filologico e intensità critica, il testo e il contesto dei primi tre lungomerraggi viscontiani che testimoniano anche il rapporto particolarissimo che l'autore ebbe con il neorealismo.