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Benito Pérez Galdós (1843-1920), con la sua imponente produzione letteraria, percorre la seconda metà dell'Ottocento e giunge fino ai primi anni del Novecento attraversando difficili decenni della storia sociale e culturale spagnola, durante i quali la Spagna avvia il processo di distanziamento dal suo glorioso passato per integrarsi nella modernità europea. Originario delle Canarie, Galdós svolge la propria attività a Madrid, un'attività spesa esclusivamente e ininterrottamente per le lettere (a parte un misurato ma incisivo impegno politico in nome delle sue convinte idee liberali), che gli permette a stento di vivere e che non gli impedisce di morire in miseria. Visto dai suoi contemporanei come uno scrittore che precorre i tempi, e dalla "generazione del Novantotto" come uno scrittore ormai superato, Galdós sarà rivalutato nella prima metà del Novecento e ampiamente letto e studiato nella seconda, fino a essere oggi considerato, al pari di Cervantes, come il romanziere per eccellenza e sempre attuale.