Uomini che odiano le donne. Millennium. Vol. 1 di Larsson Stieg - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Uomini che odiano le donne. Millennium. Vol. 1

  • Autore: Larsson Stieg
  • Editore: Marsilio
  • Isbn: 9788831743358
  • Categoria: Letterature straniere: testi
  • Traduttore: Giorgetti Cima C.
  • Numero pagine: 676
  • Data di Uscita: 04/10/2018
  • Collana: Universale economica Feltrinelli
14,00 €
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Sono passati molti anni da quando Harriet, nipote prediletta del potente industriale Henrik Vanger, è scomparsa senza lasciare traccia. Da allora, ogni anno l'invio di un dono anonimo riapre la vicenda, un rito che si ripete puntuale e risveglia l'inquietudine di un enigma mai risolto. Quando, ormai molto vecchio, Henrik Vanger decide di tentare per l'ultima volta di fare luce sul mistero, l'incarico di cercare la verità viene affidato a Mikael Blomkvist, noto e affascinante giornalista che guida la rivista Millennium, specializzata in reportage di denuncia sulla corruzione e gli affari loschi del mondo imprenditoriale. Aiutato da Lisbeth Salander, giovanissima e abilissima hacker, Blomkvist indaga a fondo la storia della famiglia Vanger. E più scava, più le scoperte sono spaventose.

1 Recensione

Uomini che odiano le donne, scrittori che infarciscono di cultura pop i loro romanzi, lettori che odiano leggere referti medici al posto di descrizioni, ma anche vicende che si intrecciano come in un bel giallo dalla struttura complessa quanto basta. Il primo romanzo di Stieg Larsson è un mattone di oltre 600 pagine, ma ‘mattone’ non è sinonimo di ‘brutto libro’, o di noia. Se c’è una cosa che non gli si può rimproverare, infatti, è la struttura narrativa avvincente, in cui s’intrecciano più storie che, all’inizio, sembrano slegate, ma poi cominciano a convergere e intrecciarsi. Mikael Blomqvist, infatti, è un giornalista che indaga sulla sparizione di una ragazza, che fa parte di una nota famiglia di industriali, in cambio di preziose informazioni su un criminale che vuole incastrare. Questo sembra l’unico motivo che lo spinge a proseguire, finché non si fa coinvolgere da una storia sempre più torbida e complessa. Perché, però, raccontare tutto questo con uno stile che oscilla tra l’asetticità di uno scontrino fiscale e la pubblicità gratuita a tutti i marchi menzionati? Perché essere così espliciti nelle descrizioni delle scene di sesso, schizzate senza alcun trasporto, come se si parlasse di un’autopsia? Uno stato d’animo descritto attraverso modi di fare, gesti, piccole nevrosi, è molto più efficace di una definizione tratta da un vocabolario; le citazioni sono più divertenti e gratificanti se inserite in modo implicito, nascoste tra le righe, e non attraverso un elenco irritante di nomi. A che servono, poi, le molte descrizioni di particolari insignificanti ai fini narrativi, piazzate lì solo per far pubblicità all’Ikea? I libretti d’istruzione e i foglietti illustrativi non sono le letture preferite dal pubblico.

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