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Donatella Mugghiarti è medico, lavora in un grande ospedale pubblico di Roma, ha uno studio privato, abita in una casa tutta bianca sulla quale si arrampica un glicine. Vive sola, detesta i colleghi, non ama cucinare o mangiare, non beve, non dorme mai nuda perché non ha intimità con se stessa. E infatti, Donatella, che non ha mai amato una persona, non può amare l'idea di curare gli altri, e non riesce a stare vicino ai pazienti. A chi guarisce, ai parenti, agli amici di chi muore. Quando scoppia un'inchiesta giornalistica sulla Malaumanità negli ospedali della Capitale, Donatella non capisce quanto la cosa la riguardi perché, nonostante odi il corpo degli altri e il proprio, ha incontrato Stefano, che commercia in vini, si appassiona a tutti, ama cucinare e mangiare, ama i corpi. Stefano l'ha rapita emotivamente ed eroticamente per condurla in un luogo dove lei non è mai stata, e dove mai avrebbe pensato di trovarsi: la coppia. Tuttavia, questa storia non ha due protagonisti, ma tre, e il terzo - un'altra donna - non si vede. Così, passo dopo passo, talvolta a passo di danza, sedotta dal fascino di Stefano e allarmata dai suoi tradimenti, Donatella si trova invischiata in un gioco di specchi in cui realtà e finzione, privato e pubblico, amore e morte, paziente e medico, innocenza e colpa si scambiano continuamente i ruoli.