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Nel 2017 il solito appello degli intellettuali e giornalisti denuncia che i giovani non sanno più l'italiano e propone dettati, analisi logica e grammaticale. Il volume offre tre risposte più utili: distingue tra saper usare l'italiano (comprendere, parlare, scrivere, riassumere ecc.), che va consolidato perché gli studenti ne hanno una competenza limitata, e sapere sull'italiano, che serve pochissimo per la qualità della lingua, ma è fondamentale, essenziale e irrinunciabile per imparare a ragionare, a creare categorie e a classificare quello che i ragazzi sanno meglio: la loro lingua. Ma loro oggi non vogliono farlo: «L'italiano lo so già!». Ecco perché il nucleo del volume è la riflessione su come motivare dei (pre)adolescenti e come realizzare in maniera coinvolgente delle attività di riflessione sulla lingua (ma anche sui gesti e gli altri linguaggi).