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Negli ultimi quindici anni l'autore ha seguito le evoluzioni dell'intero impianto normativo che ha caratterizzato la Legge Obiettivo, unico documento programmatico per il futuro infrastrutturale del Paese. Cambiare la grammatica delle procedure in un Paese in cui le norme che regolano l'assetto urbanistico sono uguali per un Comune di mille o di un milione di abitanti significava incrinare o distruggere l'approccio consolidato con cui da sempre la politica e le istituzioni avevano affrontato il tema legato alla infra strutturazione. L'integrazione delle tecniche di pianificazione rimane l'unica chance per una reale collaborazione tra mobilità, risorse e territori.