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Che cos'è la fortuna? Un fluido etereo, un magnetismo sulfureo? Dio che ci sorride dall'alto o il demonio che ci dà di gomito dagli inferi? Ma qualunque cosa sia, non c'è bisogno d'essere metafisici per sapere che esiste. E lo scrittore Lorenzo Dalré lo sa meglio di tutti. Ha, infatti, tutto quello che ognuno potrebbe desiderare. Un mestiere invidiabile, una casa confortevole, due deliziosi figlioletti, un allegro "bichon frisé" e, soprattutto, una magnifica moglie che mantenendolo, gli permette di fare il suo lavoro senza troppo affaticarsi. Così è da tempo che, invece di dedicarsi al suo fantomatico capolavoro, si trastulla in fantasiose acrobazie sessuali con una favolosamente bella, sebbene assai burina, amica della consorte. E tutto funziona alla perfezione finché, scoperta la tresca e trovatosi improvvisamente senza un soldo fuori di casa, Dalré cercherà rifugio dal padre Anacleto, generale ed eroe della patria, eppoi nuove distrazioni tra le braccia della sfrenata Sandra Bonsanti, cinica matrimonialista e moglie del deputato inquisito Filippo Torregrossa, inciampando, per un terribile equivoco, nell'inchiesta che interessa il politico ma, soprattutto, in Mauro Spaltro, l'inetto magistrato che farà del caso il trampolino di lancio verso l'ambita carriera politica.