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Lo scandalo del Mose ha chiuso in Veneto una lunga e fallimentare stagione, in cui la politica ha pensato più a occupare e controllare gli spazi economici che a creare condizioni per la crescita. Se solo cinque anni fa, passeggiando per Treviso o per Vicenza, si aveva la sensazione di vivere in uno dei luoghi più ricchi e fortunati del mondo, oggi è molto diverso. La crisi sta colpendo soprattutto i produttori di ricchezza. È a loro che la politica deve guardare per rimettere in moto l'economia. Con coraggio, determinazione e visione: esattamente il contrario di quanto è avvenuto negli ultimi vent'anni". Così in questo libro-denuncia Diego Bottacin - che si definisce tanto eretico a sinistra quanto all'opposizione di questo centrodestra - presenta le sue proposte per "mettere a dieta" politica e burocrazia e ridare slancio alla Regione. Punto di partenza è il Veneto virtuoso, che produce idee, innovazione, crescita, con le piccole e medie imprese che vincono le sfide sui mercati. Per tornare a correre non basta snellire la macchina pubblica, ma bisogna rispondere ad alcune esigenze imperative: trattare il Veneto come una sola grande città, agire nella sanità con un progetto di semplificazione verso un sistema più equilibrato e responsabile, ripensare le priorità dell'istruzione, istituendo un Politecnico veneto. Proposte concrete che vanno realizzate in tempi rapidi, perché - sostiene Bottacin - "o si torna a volare o si affonda".