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Il volume illustra uno dei capitoli più ricchi e interessanti ma meno indagati dell'arte veneta, la statuaria da giardino, un genere che trova nel territorio di Vicenza un punto di partenza quasi obbligato poiché soprattutto in quest'area si realizzò l'età d'oro della villa veneta. Qui, inoltre, si trovano le cave delle pietre calcaree con cui venne realizzata la stragrande maggioranza delle opere; e qui, infine, operarono con continuità alcuni degli scultori italiani più importanti, come gli Albanese e, soprattutto, i Marinali. Artisti che, insieme ad altre personalità, anche meno note, emerse dalla ricerca, hanno saputo dar vita ad una "galleria" di straordinaria consistenza quantitativa ed estetica. La statuaria da giardino ricopre, infatti, un ruolo nient'affatto secondario poiché costituisce quel necessario complemento di natura manipolata finalizzato al pieno godimento del "gentilhuomo", che contribuisce in modo sostanziale a definire l'inconfondibile organismo spaziale della villa veneta in cui sempre convivono coerenza funzionale e alta qualità estetica. In tale contesto le statue ricoprono il ruolo di "semiofori" capaci d'intrattenere ancora oggi con l'osservatore avveduto un fitto e fruttuoso dialogo.