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Attraverso documenti inediti conservati prevalentemente nell'Archivio di Stato di Udine, nell'Archivio Florio di Persereano e nella Biblioteca civica "V. Joppi" di Udine, il libro propone la ricostruzione del circolo letterario guidato dalla friulana Lavinia Florio Dragoni, cardine culturale di un intenso fermento di idee quale fu la fine del Settecento in Friuli e in Veneto. La pubblicazione delle missive di Lavinia e dei suoi corrispondenti, rende conto del prestigioso circolo che raccolse intorno a sé molti letterati friulani e veneti, in cui la figura dell'abate padovano Melchiorre Cesarotti costituisce il comune denominatore. Le lettere mettono in luce la vivacità intellettuale di Lavinia, l'abilità diplomatica nel tessere relazioni sociali e culturali, il suo costante aggiornamento, attraverso i giornali e le gazzette dell'epoca, delle "novità" letterarie e dei dibattiti che si accendevano in Francia e che attraverso il Veneto giungevano in Friuli. La sua figura si rivela, attraverso le lettere, quella di un'intellettuale colta e sensibile e di una donna ante litteram, che vive all'interno della sua terra, ma proiettata al di fuori dei confini della sua patria, interessata ai nuovi fermenti democratici che animavano le rivoluzioni d'America, ai princìpi del ginevrino Jean-Jacques Rousseau e ai nuovi fermenti culturali provenienti oltralpe.