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La spesa pensionistica più elevata d'Europa, limitate risorse destinate alla tutela delle famiglie, dei bambini, dei disoccupati e per il contrasto alla povertà. Dopo due decenni di riforme lo sbilanciamento "funzionale" - verso il settore previdenziale - e la distorsione "distributiva" - a favore degli occupati/insider - rappresentano ancora temi sensibili nel dibattito sulla riforma dello stato sociale in Italia. Ma quali sono state le tappe che hanno portato al consolidarsi del "welfare all'italiana"? Quali dinamiche e fattori ne hanno rappresentato la spinta propulsiva? Tramite un'analisi storico-evolutiva di lungo periodo, il volume individua negli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo la fase cruciale per lo sbilanciamento del welfare state italiano. In questo periodo, sullo sfondo di una "eredità di politica sociale" già favorevole all'emergere di distorsioni funzionali e distributive, fattori culturali e soprattutto le peculiari caratteristiche della competizione politica - nel contesto di "pluralismo polarizzato" e "democrazia bloccata" - sono stati decisivi nell'orientare verso lo squilibrio il welfare state italiano.