Tab Article
Dopo aver messo "l'Italia in esilio" per un finanziamento al partito che gli è costato una condanna nell'inchiesta di Mani pulite, da Nizza e da Londra, dove vive, Renato Altissimo non ha mai smesso di osservare con attenzione le vicende italiane. Mai prima d'ora, però, aveva sentito così vicino il clima cupo di quegli anni, tanto da voler rendere pubblica in questo libro-intervista con Gaetano Pedullà una dettagliata, quanto scomoda, testimonianza diretta, per capire fino in fondo quella stagione e non ricadere negli stessi errori. Se è vero che la storia è scritta dai vincitori, infatti, Tangentopoli rischia di restare una vicenda senza storia. Non solo perché a vent'anni di distanza i vizi dell'Italia sono sempre gli stessi, la corruzione è diffusa, il debito pubblico ha toccato vette inesplorate e il vento dell'antipolitica ha svuotato di potere istituzioni e democrazia. Se a questo si aggiungono l'indignazione ancora percepibile in gran parte del Paese e il camaleontismo di chi ha tratto grandissimi benefici da quella stagione, ecco che diventa difficile trasferire i fatti di allora dalle pagine della cronaca a quelle della storia. Un compito arduo quanto doveroso, perché senza determinarne gli anticorpi, presto o tardi potremmo trovarci a dover fare i conti con una nuova Tangentopoli, persino più dirompente di vent'anni fa. Prefazione di Giuliano Ferrara.