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La voglia di essere padroni della propria vita, lo slancio delle ambizioni personali, il bisogno di auto-affermarsi, di inventare il proprio destino e di soddisfare i propri desideri sono stati i valori che hanno caratterizzato la nostra storia recente e su cui si è costruito lo sviluppo del paese, almeno dagli anni cinquanta in poi. La spinta individualista ha liberato enormi energie, ha favorito la crescita di un sistema produttivo fatto di centinaia di migliaia di imprese, ma ha anche sostenuto la vitalità di un mercato capace di esprimere sempre nuove domande. Oggi quello sviluppo sembra progressivamente rallentare, la moltiplicazione dei soggetti ha portato a uno sfarinamento delle capacità decisionali nelle questioni di interesse collettivo e l'autonomia dei comportamenti è sfociata in forme di disagio antropologico. Per il futuro i valori che faranno gli italiani e l'Italia sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell'autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell'altro, sulle relazioni, la responsabilità. Sono valori che, in questa fase, fanno emergere scintille di speranza che vanno però alimentate e potenziate affinché possano diventare per il nostro paese nuovo motore di crescita socioeconomica e civile.