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8 febbraio 1936, il teatro Regio di Torino viene distrutto da un violentissimo incendio. L'io narrante ha solo 13 anni e questo evento resterà scolpito nella sua memoria. Nell'immediato dopoguerra il protagonista torna a quell'immagine che lo porta ai ricordi dell'infanzia e a seguire il percorso della sua vita: la morte della madre alla sua nascita, i problemi dell'inserimento nel lavoro, dei rapporti con gli altri, il matrimonio, la nascita di una figlia. Quasi in un allucinato delirio che fa saltare il racconto disinvoltamente dal passato al presente, Mario Lattes mette in scena la tragica esistenza del protagonista che non riesce a ritrovare una quotidianità dopo la guerra.