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"In severo contrasto con le aspettative dei giovani, il mondo del lavoro riserva infinite sorprese. Coloro che escono dal rigore dell'università si attendono altrettanto rigore nei faticosi uffici delle aziende. Tuttavia ai poveri illusi sono riservate atroci sorprese. Il mondo del lavoro è permeato di superficialità, incompetenza, arroganza, malanimo. Il concetto di razionalità, nell'organizzazione e nei comportamenti, è conosciuto, se non combattuto dall'ignoranza e dall'incapacità, soprattutto della classe dirigente. Accanto quindi nello scoramento che il candido giovane prova al cospetto di uno spettacolo meschino, vi è inoltre la constatazione, deludente, che se il buon senso, governasse le nostre azioni si potrebbero conseguire risultati strepitosi. Il motore del mondo del lavoro non è l'unione di intelligenze tese ad uno scopo comune, ma la sfrenata competizione fra i colleghi. Soprattutto rivolta agli uomini di valore che, quando osano proporre novità e idee che contribuirebbero assai efficacemente al progresso, vengono osteggiati perché turbano gli equilibri che sono in vigore da sempre."