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«Jean-Jacques Rousseau di Ginevra, che i suoi amici hanno chiamato il cittadino par excellence, questo eloquente e bilioso avversario delle scienze, è reduce dall'aver appiccato il fuoco ai quattro angoli di Parigi con una lettera sulla musica nella quale prova che è impossibile fare musica su parole francesi; che la lingua è interamente inadatta allo scopo, che i francesi non hanno mai avuto una musica e che non ne avranno mai una». Così Friedrich Melchior Grimm nella sua "Correspondance littéraire", il 15 di dicembre del 1753. La "Lettera sulla musica francese", indirizzata a un destinatario fittizio, e nel genere polemico e mordente in voga, era apparsa anonima a Parigi nel novembre del 1753, nell'incendio della più celebre querelle musicale del secolo, quella dei bouffons, esplosa l'anno precedente, il primo di agosto del 1752, con la rappresentazione all'Opéra della "Serva padrona" pergolesiana. Ma la "Lettera sulla musica" non era del tutto figlia delle circostanze. Sotto la vernice polemica, l'iniquità di alcune prese di posizione, Rousseau vi gettava le basi della sua estetica musicale.