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"Un omaggio agli umili coltivatori dell'amara terra che prima di me, e pure dopo, l'hanno lavorata affinché non vada disperso il patrimonio di esperienze acquisite con il sudore della fronte e gli occhi rivolti al cielo, e pure all'orizzonte. Storia autobiografica di un amore verso la terra a volte ingrata; una fotografia di un sapere semplice e antico che sta scomparendo insieme al suo passato antropologico, storia dell'umanità. Storia di murge e masserie, trulli e uomini della terra in una unità di tempo, luogo e azione nel teatro della vita contadina che nasce, vive e muore, difficile percorso di esperienze e riflessioni maturate fra santi, aforismi, credo, modi di dire e fare, comportamenti, ricorrenze, riti agricoli, pagani e cristiani, mali ed esorcismi. Museo di cultura e civiltà contadina, prima del futuro appena passato, ormai privato del suo ritorno, per sempre."