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"In Africa, tutto è invisibile" è il sibillino aforisma che Peter Brook, figura di riferimento del teatro contemporaneo, utilizza per spiegare la sua passione per il continente. Durante la sua lunghissima e radiosa carriera, il regista si è rivolto costantemente all'Africa, saldando un'alleanza artistica che ha dato vita a viaggi di ricerca, collaborazioni drammaturgiche, scambi di pratiche ed estetiche, e ad una serie di spettacoli memorabili che spiccano nel suo variegato repertorio. L'autrice ricostruisce la via africana del maestro delle scene, partendo dalle sperimentazioni teatrali degli anni Settanta, ne attraversa le tappe e le produzioni decisive, fino ad arrivare ai giorni nostri. Arricchito delle testimonianze degli attori e degli artisti protagonisti, il libro indaga i principi, i processi e le dinamiche di creazione a cavallo tra due continenti, aprendo una riflessione che interroga il teatro europeo e i suoi rapporti in sospeso con l'Africa.