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Nella presente raccolta di poesie la tematica "Tempus fugit" sembra essere un elemento catalizzatore della sua ispirazione: «...Dappertutto sei e da nessuna parte / vorrei sapere da quando esisti / o chi ti ha inventato / ineluttabile tempo / nemico della vita...» ("Il tempo"). Il tempo che tutto travolge, annienta, trasforma ma che si perde nell'infinito cosmico ed è qui che forse l'autore ritrova sé stesso: «... Lunga è la notte e il giorno incerto / e l'altro del mistero ti parlerà / della vita...». Questi versi sono tratti dalla lirica "L'altro", scritta qualche mese prima della sua scomparsa. Come se Antonio Costantino volesse suggerirci che "vivremo" nel tempo ed oltre il tempo, in quanto ciò che più conta di noi è quello che rimane dopo il nostro passaggio terreno. E solo il recupero della memoria e della nostra essenza giustificherà la nostra breve esistenza, poiché, alla fine, il nostro valore è in ciò che resterà quando non ci saremo più.