Tab Article
Un'opera, questa, di Luciano Postogna che divisa in cinque parti (Poesie di marzo, di aprile, di maggio, di giugno, di luglio) si estende in un climax ascensionale di palpabile elaborazione formale; la prima affidata ad una espressione più vicina alla tradizione nostrana di endecasillabi e sinestesie, le altre ad una ricerca di verticalità e concisione, di apoditticità e brevità metrica che la fanno nuova, diversa, più moderna... Una poesia totale, plurale, polivalente dove il poeta racconta tutta la sua storia fatta di molteplici emozioni macerate in sguardi di potente oggettività. Un vero trionfo di colori e di iridei messaggi che tanto ci dicono di vicinanza tra l'umano e il vespero, tra l'occaso e l'esistere: "...E s'immerge il sole laggiù all'occaso / intento a portar via le ansie e i dolori / e altresì tristezze al tempo appese. / Lascia così bei presagi / di destini sereni e luminosi" (Vespero).