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Partendo dalla lirica "Ricordi" di Pasquale D'Alterio si può penetrare fin da subito nel mare magnum della sua poetica, nella sua malinconica voce dove il memoriale fa da padrone nell'opera. È lì che si rifugia il Nostro, nei momenti in cui, Vittoria, la sua donna, viveva accanto a lui, lasciando scie di gioia e di compagnia: «I ricordi / non son come sogni / che svaniscono all'alba. / Ogni dolor, si dice, il tempo allevia. / Ma, ostinata, la mente / indelebili i ricordi conserva / e, siano essi or dolorosi / ed ora, talvolta, anche gioiosi, / sempre son fonte di malinconia / e d'accorato rimpianto / come di qualcosa perduto per sempre / e che più non ritorna...».