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Siamo nel '600, epoca di bravi, cioè di cattivi dai brutti ceffi, di signorotti prepotenti come don Rodrigo. Due personaggi particolari, una madre dall'aspetto di balena spiaggiata, prepotente come un tiranno, e una figlia zitella dal corpicino piallato come una tavola che si esprime solo a nitriti come una cavallina storna, arrivano a Lecco da Milano, la capitale del dominio spagnolo. Da uno zio crapulone e puttaniere, schiattato di colpo, non hanno ricevuto l'eredità che si auguravano, sperperata in divertenti ma poco salutari bagordi. Per trovare un marito alla figlia inguardabile pensano di andarsene in provincia e fingere lo stesso di essere ricche, e magari pure marchese, per accalappiare un gonzo che ci caschi come un allocco e impalmi la cavalla per interesse. La programmata mattanza di un povero maschietto infelice destinato a fare da carne da macello matrimoniale. Ma il racconto è intrecciato anche con cento altre storie, figure ridicole, situazioni paradossali, vicende comiche e ambientazioni in quell'oscuro Seicento da fare accapponare la pelle. E molto altro ancora, il lettore ci può contare. Garantito che non stancherà, dalla prima all'ultima pagina.