Tab Article
"Qui tutto gira intorno al pomodoro. Ma mi sa che questo lo hai capito già" disse Vincenzo a Kofi. Ed è assolutamente vero. Il ragazzo ghanese è appena uscito dal cofano dell'auto di una sconosciuta in cui si è nascosto per sfuggire al suo caporale, allo sfruttamento e alla prigionia. Kofi ha dovuto lasciare il suo paese vicino a Elmina, sulla costa occidentale del Ghana, perché la piccola impresa di famiglia per la lavorazione dei pomodori è fallita in seguito all'invasione dei pomodori europei del mercato di alcuni paesi dell'Africa Occidentale. Kofi parte per l'Europa ma la sua strada, invece di volgere come stabilito verso Milano e l'Università, lo porta, per ironia della sorte, a Rignano Garganico. Qui il suo destino ha la fortuna di incrociare quello di Fiammetta e del suo squinternato gruppo di familiari e amici. La storia dell'accoglienza e dell'integrazione possibili incrocia quella dell'accoglienza e dell'integrazione osteggiate, sul filo del paragone tra l'immigrazione albanese degli anni '90 e quella più recente. I ritmi africani si fondono con l'opera contemporanea, la cucina pugliese è anche fusion albanese, il suono dell'oceano che filtra attraverso le foglie delle palme sulle spiagge del Ghana ha lo stesso profumo della voce del mare che bagna Puglia e Albania. E poi, tra una poesia dal gusto mediterraneo, una leggenda africana e un detto albanese, la subitanea, globale epifania: in fondo, basta così poco per essere felici.