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Mille e ottanta giorni di terrore, dolore, cani, fame, aguzzini e ferro spinato dopo un allucinante viaggio di sei giorni a bordo di un vagone merci diretto in Germania. Questo è il doloroso racconto che fa in un libriccino scritto con una matita giorno per giorno, nel lager tedesco dove si trova internato, Lino Manocchia, un giovane giornalista di Giulianova. È diventato, all'indomani dell'8 settembre 1943, un "nemico" per gli ex alleati tedeschi e il campo di concentramento si rivela un inferno in terra creato dalle "SS", una volta amici dell'Italia, per gli I.M.I. (Internati Militari Italiani). Il pensiero va costantemente ai famigliari, alla casa, all'incerto futuro, messo ogni giorno in pericolo dalla pioggia di bombe che fanno arrivare la morte dall'alto, troncando la speranza di rivedere il mondo dei vivi.